La polemica approda al Senato - La delegazione di Garda Ambiente attende ancora l'incontro a Roma.
Arriva a Roma dal Garda un duro «pro-memoria» alle autorità di Governo, ma indirettamente anche alle Regioni Lombardia e Veneto, sul finanziamento per il nuovo sistema di collettori e depuratori del Garda: un'opera da 220 milioni, di cui 100 promessi dal governo.
INTANTO le strutture invecchiano, come è stato ricordato nell'aula del Senato: «Il sistema fognario circumlacuale ha più di 45 anni, è fatto tutto in ghisa e vi sono notevoli preoccupazioni per eventuali rotture: sarebbe un danno economico e ambientale inestimabile, incalcolabile».
Lo ha detto l'altro ieri, durante un suo intervento in aula al Senato, Sergio Divina, senatore della Lega, il quale ha ricordato come il 5 dicembre dell'anno scorso il Cipe avrebbe stanziato (ma solo teoricamente: su fondi certi non c'è nulla nero su bianco) oltre 100 milioni di euro per il rifacimento del sistema di depuratori e collettori del lago.
Una somma che dovrebbe provenire dal Fondo per la oesione e lo siluppo, che a livello nazionale ha un budget di oltre mezzo miliardo per le depurazioni, con la condizione che entro un anno si procedesse alla progettazione esecutiva.
Nell'attesa, da circa tre settimane una delegazione di amministratori ed esponenti politici dell'area gardesana coi rappresentanti di Ags e Garda Uno aspetta di essere ricevuta a Roma al Ministero dell'Ambiente.
«Gli onorevoli Pd - ha ribadito proprio ieri mattina il presidente di Ats Garda Ambiente, Giovanni Peretti - hanno garantito lo stanziamento dei fondi e siamo fiduciosi. Noi in ogni caso andiamo avanti in attesa di certezze definitive sulle modalità e le tempistiche dei fondi».
MA ANCHE SE arrivassero quei 100 milioni, come potrebbe essere reperito il resto? Secondo il senatore Sergio Divina, «la comunità, le Province e le Regioni faranno la propria parte. Il problema per gli amministratori locali è il rischio che, se questi soldi non arrivano subito, non si potrà dare il via alla progettazione».
In attesa, si spera, di buone da Roma, ieri Garda Uno ha concluso la sua «missione» subacquea sui fondali del lago iniziata l'8 maggio, per verificare lo stato di salute del collettore sub lacuale fra Toscolano e Torri del Benaco.
«Mancano meno di 10 anni (la posa avvenne nel 1984) alla fine del ciclo vitale delle condotte, stimato in 40 anni - commenta l'ingegner Mario Giacomelli, direttore tecnico della società di servizi -.
Ora faremo le valutazioni sui dati raccolti, se sarà il caso anche con nuove ulteriori ispezioni subacquee».
Le operazioni di ispezione durate oltre un mese, sono state eseguite da sommozzatori fino ad una quota batimetrica di 50 metri (in discesa a Toscolano e in risalita sulla sponda veronese) mentre il Rov della Vrm di Toscolano ha filmato la condotta anche a 130 metri di profondità.
Luciano Scarpetta
Fonte: bresciaoggi.it
Data di pubblicazione: Sabato 24 Giugno 2017
Fotografia di copertina: Da news originale