Un’unica rete idrica per tutto il Lago di Garda, dando vita ad un Ato interregionale (Ambito territoriale ottimale) destinato a dirigere anche il sistema delle reti fognarie e la depurazione dei reflui.
In gioco c’è la distribuzione dell’acqua potabile ad una densa popolazione di aree lacustri di due grandi Regioni del Nord. In campo ci sono tre aziende che fatturano complessivamente circa 60 milioni di euro l’anno e che gestiscono i servizi per conto di altrettanti Comuni.
assemblea Ags
E’ il futuro tracciato ieri nella sede dell’Azienda Gardesana Servizi a Peschiera, dove i sindaci hanno dato mandato alla società partecipata di avviare le procedure con la Regione Veneto. Le tre aziende interessate sono: Ags per la provincia di Verona, Garda Uno per Brescia e Sisam per l’Alto Mantovano. I Comuni bresciani hanno già dato lo stesso mandato a Garda Uno e lo stesso faranno nei prossimi giorni quelli mantovani. Si è creata così, almeno sulla carta, la strada per la costituzione di un unico Ato interregionale, peraltro previsto dalle leggi regionali sia del Veneto che della Lombardia.
progetto per il nuovo collettore nel basso lago
In prospettiva, poi, l’Ato unico del Garda potrebbe imporre la costituzione di una holding di società di servizio, associando i tre gestori attuali che hanno contratti di affidamento fino al 2031. La provincia di Verona, oggi, conta due gestori: Acque Veronesi e Ags per i Comuni lacustri, quindi in futuro si potrebbe anche consumare il divorzio scaligero tra le due aziende che operano in contratto con il Consiglio di Bacino Ato Veronese. Passo in avanti degli amministratori, dettato anche dal decreto “Sblocca Italia”, che per la gestione idrica del Paese prevede entro settembre 2015 si costituiscano nuovi Ato in tutti quei territori che ne sono sprovvisti, con un massimo di uno per provincia. Annamaria Schiano
Annamaria Schiano
Fonte: www.reportgarda.com
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Pubblicato: 12 Marzo 2015