Domani il Piano dell’Aato in Consiglio provinciale: da qui al 2019 aumenti fino all’8,5% per ogni anno.
Acqua azzurra, acqua cara? Il refrain mostra qualche segno di invecchiamento, ma rivela una realtà inconfutabile: per gli utenti del servizio idr-co gestiti da Acque Bresciane, A2A, Asvt, Acque Potabili, Erogasmet e Severn Trent Italia si annuncia un quadriennio di «dolorosi» aumenti tariffari. Unica eccezione è Gandovere Depurazioni, che prevede invece una strategia al ribasso.
I costi di «acqua e derivati» sono il piatto forte del Consglio provinciale in programma domani a Palazzo Broletto, assise che dovrà anche approvare l’affidamento del servizio idrico integrato relativo all’Ato della Provincia di Brescia alla società Acque Bresciane srl.
Tecnicamente (chissà se ai cittadini basterà come giustificazione…) questi aumenti non sono il frutto di una scelta arbitraria: a rincari maggiori corrisponderanno infatti maggiori investimenti.
Quindi, laddove la tariffa diventerà più salata sarà più consistente il «gruzzolo» che verrà utilizzato per migliorare impianti, risolvere problemi di approvvigionamento, realizzare nuove strutture. Il tutto considerando che ognuno dei sette gestori compresi nell’Aato poteva mettere in campo massimali diversi rispetto alla percentuale di aumento tariffario applicabile.
Acque Bresciane, ad esempio (che riunisce sotto le proprie insegne Aob2, Garda Uno, Sirmione Servizi e alcuni Municipi camuni) pur potendo imporre aumenti fino a19%, ha scelto di contenere i costi per gli utenti: nel 2017% ci sarà un +5,3%, che poi scenderà a un +1,1% nel 2018 e a un +1,2% nel 2019. Questo a fronte di 91 milioni di investimenti programmati da qui al 2019.
Per A2A e Asvt il discorso è diverso: entrambe le multiutility applicheranno maggiorazioni dell’8,5% (il massimo consentito) per ogni anno dal 2017 al 2019, così da «alimentare» progetti per 34 milioni (Asvt) e 126 milioni (A2A).
Ma non è tutto: certi aumenti tariffari serviranno anche come «compensazione» per gli investimenti fatti negli anni passati non ancora ammortizzati e, soprattutto, mai coperti appieno dai ricavi delle bollette.
Ecco dunque che per analizzare al meglio la nuova situazione che il Broletto andrà a ratificare serve guardare al Piano di investi-menti dell’Aato, che prevede lavori per oltre 255 milioni di euro sul territorio provinciale.
Qualche esempio? Aob2 spenderà, per il solo 2017, 10.730.000 euro per risolvere le situazioni più critiche dei depuratori e 3.5 milioni per le criticità nella distribuzione. Distribuzione cui A2A, dal canto suo, destinerà l’anno prossimo più di 8 milioni di euro. Mentre, sul fronte depurazione, da qui al 2019 spiccano, ad esempio, gli oltre 7 milioni messi sul piatto per collettare al digestore di Visano i Comuni di Remedello, Isorella e Calvisano.
Tornando al discorso generale, le cifre fanno «tremare» le calcolatrici: entro il 2045 servirebbero 610 milioni di euro per la partita acquedotti e 817 per fognature e depurazione. Oltre 1,4 miliardi per una provincia… a regola d’acqua.
Se ci soffermiamo sui grandi sogni (bisogni) depurativi del Bresciano, non possiamo che parlare del depuratore della Valtrompia, di quello del Garda (a prescindere dalla soluzione che sarà adottata) e del recupero del digestore di Visano.
Il progetto in rampa di lancio è quello triumplino, soprattutto dopo lo «sconto» rispetto al prezzo iniziale, sceso da 100 a 36 milioni. I soldi ci sono, quantomeno i 26 milioni per il primo stralcio dell’opera (il secondo, quello inerente il collettamento di Lumezzane, si farà più avanti). L’obiettivo? Inaugurarlo entro il 2019, sperando che non ci siano altri intoppi.
Domani il Consiglio provinciale dovrà dire sì al Piano tariffario. La nuova età dell’acqua potrebbe essere sul punto di iniziare.
Rosario Rampulla
Fonte: giornaledibrescia.it
Data di pubblicazione: Giovedi 27 Ottobre 2016
Fotografia di copertina: da news originale