Depurazione, livelli, flora e fauna: il Garda ora è unito in un «contratto»
È stato firmato dai sindaci per gestire insieme i temi caldi che interessano il bacino: è il primo in Italia
Peschiera - Ordinare, con una logica condivisa, le esigenze del Garda in modo globale, mettendo in comunicazione e a confronto le realtà amministrative e politiche del bacino. Questo il senso del «contrattodi lago per il futuro del bacino benacense» che i sindaci del Garda hanno sotto scritto ieri a Peschiera.
È il primo contratto di lago firmato in Italia (ideato sull’esempio del protocollo giuridico dei contratti di fiume) ed è lostrumento operativo individuato per una gestione il più possibile concertata del patrimonio idrico, dell’ecosistema, del paesaggio, della biodiversità del Garda.
Non a caso il logo del Contratto ritrae un carpione, specie esclusiva di questo lago, simbolo dell’unicità del Garda ma anche della necessità di una più stringente tutela e salvaguardia.
Sono otto gli obiettivi del contratto.
Il primo è il «Collettamento dei reflui del Garda», ovvero il nuovo progetto di depurazione, per il quale non si prospetta un cammino facile viste le contestazioni dei territori, Gavardo e Montichiari, dove è prevista la localizzazione degli impianti di trattamento dei reflui.
Poi ci sono il «Monitoraggio e l’individuazione degli agenti inquinanti nelle acque del Garda, soprattutto dei suoi affluenti», in collaborazionecon le Arpa.
Al terzo punto la questione livelli, con la richiesta di «inserimento nella "cabina di regia" di tre rappresentanti dei comuni gardesani, uno per Regione».
Quarta questione: la galleria Adige-Garda,il canale scolmatore artificiale che corre tra Mori e Torbole e consente di scaricare l’acqua del fiume nel lago quando la piena minaccia Verona. Anche in questo caso i gardesani bussano alla porta della «cabina di regia» e chiedono un posto al tavolo della Commissione che decide le eventuali aperture.
Il quinto punto riguardala fauna e la flora. Le richieste: attenzione ai canneti, ripopolamenti sistematici e potenziamento degli stabilimenti ittiogenici.
Al sesto punto un vecchio pallino della Comunità del Garda: la proposta di sanificazione dellecarene delle barche che provengono da altri bacini per evitare di immettere specie invasive (alghe o molluschi) che potrebbero rappresentare un pericolo per l’ecosistema gardesano.
Pronti, via. Gli ultimi due obiettivi riguardano la tutela del territorio e prevedono l’istituzione di un «Osservatorio permanente del paesaggio» e nuove linee guida sulle politiche di consumo del suolo.
Tanti buoni propositi che ora vanno tradotti in realtà. Come? Il prossimo passo sarà la richiesta di un incontro con le tre Regioni, che hanno competenza in molte delle materie prese in considerazione.
Simone Bottura
Quarantatré Comuni, stesse intenzioni
Gli attori - Sono 47 gli enti sottoscrittori del contratto di lago: 43 Comuni bresciani, veronesi, trentini e mantovani (24 quelli fisicamente presenti ieri; gli altri firmeranno nei prossimi giorni) e quattro enti comprensoriali, ovvero la Comunità del Garda, Ats Garda Ambiente (l’associazione temporanea di scopo costituita dai Comuni per promuovere la riqualificazione del sistema di collettamento e depurazione), Garda Uno e il suo omologo veronese Azienda gardesana Servizi.
«L’obiettivo - ha dichiarato la prima firmataria, la presidente della Comunità del Garda, Mariastella Gelmini - è garantire finalmente una governance ambientale dell’intero bacino gardesano condivisa e partecipata. Il contratto stimola la progettualità territoriale dal basso, perché coinvolge le comunità nella salvaguardia del proprio territorio, promuovendo azioni».
Fonte: giornaledibrescia.it
Data di pubblicazione: Martedì 29 Ottobre 2019
Immagine di copertina: da news originale
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