Comunità energetiche, sindaci in campo: convengono a comuni, famiglie, imprese
Tanti primi cittadini si stanno organizzando per avere fotovoltaico condiviso con tariffe molto incentivante
Serviva una guerra con le conseguenti tensioni geopolitiche internazionali e il conseguente folle rincaro dei costi energetici per accelerare la transizione ecologica? Parrebbe di sì.
I sindaci bresciani, spaventati dagli aumenti a tripla cifra delle bollette, stanno velocizzando l’efficientamento energetico dei loro edifici, stanno sfruttando le opportunità del Pnrr velocizzando l’installazione di fonti rinnovabili e qualche volta arrivano a rimedi estremi, come la riduzione dell’illuminazione pubblica o del riscaldamento e del raffrescamento degli edifici. Non solo.
Molti di loro vogliono creare delle comunità energetiche sul loro territorio per autoprodurre energia pulita, ottenendo così importanti risparmi in bolletta. Vogliono farsi capofila di un patto tra comune, famiglie e imprese per l’installazione di pannelli fotovoltaici su una palestra comunale, sul magazzino di un’impresa o sui tetti di una villetta: i chilowattora non consumati dai proprietari degli impianti potranno essere ceduti al vicino di casa, al bar all’angolo, all’artigiano che abita un isolato più in là.
L’importante è che tutti i soci della futura comunità energetica abbiano in comune la stessa cabina elettrica secondaria.
Sarà un software a leggere l’energia immessa e quella consumata. La «corrente» verrà pagata dal gestore della rete elettrica (il Gse) più del doppio rispetto all’incentivo riconosciuto oggi per l’immissione nella rete pubblica (dagli 11 ai 15 centesimi a Kwh contro i 5 attuali).
A garanzia ci sono i 2,2 miliardi messi a disposizione dal Pnrr ed i 24 milioni di Regione Lombardia. La comunità condividerà fra i suoi membri i ricavi secondo i criteri concordati dai soci nello statuto.
Attenzione: tutti i soci continueranno a ricevere e pagare la tradizionale bolletta per la propria utenza elettrica ma otterranno anche un bonifico annuale dalla comunità energetica, che condividerà con loro gli incentivi presi dallo Stato per l’energia green consumata.
Chiunque aderirà ad una comunità energetica (non solo i produttori ma anche i semplici consumatori) avrà incentivi garantiti per 20 anni, l’arco temporale che lo Stato ha definito per i futuri aiuti.
E l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che la redistribuzione ai soci dei benefici derivanti dalla condivisione di energia non ha rilevanza reddituale: gli incentivi incassati e condivisi sono quindi netti, che in fondo equivale ad una sorta di taglio alla bolletta fino al 30%. E visto che i costi energetici di una famiglia tipo (2700 Kwh l’anno) sono saliti da 500 a mille euro l’anno (per gli utenti del mercato tutelato), il risparmio si aggirerebbe intorno ai 300 euro l’anno. La prospettiva è allettante ma la mole di problemi burocratici frena gli enti locali.
Al momento solo il comune di Rudiano si è attivato per fondare una comunità energetica (partirà nel 2023) «ma anche Puegnago e Berlingo ci stanno già lavorando» spiega Gabriele Barucco, il consigliere regionale di Forza Italia ideatore della legge che mette a disposizione 24 milioni di euro, di cui 2 milioni per il supporto tecnico-giuridico agli enti locali.
«È importante che siano i comuni i capofila delle comunità energetiche; se partono i sindaci parte tutto» aggiunge ricordando l’obiettivo stimato dal Politecnico: avere dalle 3 alle 6 mila comunità energetiche in Lombardia entro il 203o, di cui 400-800 nel Bresciano.
Certo, in una provincia che consuma 13 miliardi di kilowattora l’anno (8 miliardi solo l’industria) le rinnovabili non basteranno a sostituire la produzione di energia garantita con il gas d’importazione. I 30mila impianti fotovoltaici installati garantiscono solo il 4% dell’energia elettrica consumata. Ma quella cifra può raddoppiare entro il 2026, arco temporale dei finanziamenti Pnrr.
Una bella sfida anche per i sindaci che hanno nelle mani l’opportunità di donare ai loro cittadini energia a prezzo non solo nuovi marciapiedi nuovi. Gli intenti per ora sono buoni.
«Ci stiamo impegnando per creare una comunità energetica a Orzinuovi, ci crediamo molto» dice il sindaco Gianpietro Maffoni.
Gli fa eco il sindaco di Leno, Cristina Tedaldi: «Siamo soci di Garda Uno e insieme stiamo costruendo un progetto. Siamo in attesa dei decreti attuativi per poter partire».
Gabriele Zanni, sindaco uscente di Palazzolo, fa sapere che «è uno dei punti fondanti del candidato di centrosinistra che sosterrà (Gianmarco Cossandi)».
Anche Riccardo Canini, sindaco di Dello, si«è attivato da tempo ma il periodo è complicato». Certo, c’è chi ricorda come l’iter non sia semplice: «quello delle comunità energetiche è un tema che ci siamo posti ma ad oggi presenta diverse problematiche e certamente non trova soluzioni a breve tempo» commenta Ilario Cavalleri, sindaco di Erbusco che vede bene Cogeme come aggregatore e sviluppatore di progetti.
«Sentirò il consigliere regionale Barucco e il sindaco di Rudiano per capire come muovermi» dice Giancarla Zernini, sindaca di San Paolo, comune attivissimo sul fronte green (il fotovoltaico con accumulatori alle scuole fornisce energia anche a palestra, comune, biblioteca).
C’è poi il tema città: le comunità energetiche (nei villaggi periferici) sono uno dei punti fondanti delle proposte di Legambiente e Fridays for Future che attendono un impegno della giunta Del Bono.
Fonte: Corriere della Sera - Brescia
Data di pubblicazione: Sabato 25 Aprile 2022
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Cos’è la comunità energetica? E come si fa? Quali sono gli aspetti significativi di questo modo di creare un mercato energetico alternativo? Di seguito, alcune risposte.
1. WHAT - CHE COSA E' LA COMUNITA' ENERGETICA
2. HOW - COME SI FA UNA COMUNITA' ENERGETICA
3. WHY - PERCHE' UNA COMUNITA' ENERGETICA
4. WHERE - DOVE SONO LE COMUNITA' ENERGETICHE
5. WHICH - QUALE SUPPORTO PER LA COMUNITA' ENERGETICA
6. WHO - CHI FA LA COMUNITA' ENERGETICA