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Gardauno Spa

La prima sfida è trovare i fondi per la nuova infrastruttura: il conto ufficiale è di 220 milioni di euro, quasi tutti da reperire

Domanda da un milione di dollari. Anzi, da 220 milioni di euro: riuscirà il lago di Garda a ottenere i fondi per realizzare un impianto di collettamento e di depurazione, in grado di resistere alla crescente pressione antropica e turistica, o all’incubo della rottura della ormai vetusta tubatura sublacuale, che trasporta i refui fognari sui fondali? Domande ancora senza risposta.

C’è chi non molla, però. Ci hanno provato, ieri pomeriggio, i rappresentanti delle tre aziende speciali che gestiscono il ciclo idrico delle due sponde e del vicino entroterra: il bresciano Mario Bocchio per Garda Uno, il veronese Alberto Tomei per Ags, il mantovano Giampaolo Ogliosi per l’azienda virgiliana Sisam.

INSIEME hanno firmato un protocollo d’intesa che vale come primo passo per la costituzione di un Ambito territoriale unico per tutto il Garda, e che possa contenere la bellezza di 73 Comuni, da Gargnano a Pozzolengo, da Malcesine a Peschiera, da Ponti sul Mincio a Canneto sull’Oglio.

L’unione fa la forza, per il risparmio e la gestione collettiva dei servizi, un giorno anche i rifiuti. Ma quello che conta – lo hanno ribadito i tre presidenti – è fare massa per ottenere i benedetti finanziamenti.

I 220 MILIONI di cui sopra, per finanziare la sontuosa opera che dovrebbe rivoluzionare l’attuale sistema di depurazione del lago: via le condotte sublacuali, alcune vecchie di 40 anni e ogni giorno che passa sempre più a rischio.

Spazio a condotte «terrestri», poggiate in parallelo alle due Gardesane, per trasportare i reflui direttamente al depuratore. Quello di Peschiera rimarrà dov’è: continuerà a lavorare per i paesi della sponda veronese, ma si accollerà pure i reflui di Desenzano e Sirmione, di Monzambano e Ponti.

Ne servirà un altro, di depuratori, per la sponda bresciana: lo si farà a Visano, è deciso dove ci sono già l’area, la struttura e la destinazione d’uso.

Oltre ai Comuni rivieraschi – Alto Garda, Valtenesi e primo entroterra – andrà a «coprire» anche diverse località della Bassa, Remedello e Isorella, Leno e Verolanuova.

IL PROGETTO è in gestazione da anni ma ancora preliminare. Non vuol dire che non sia già definito: le variabili sono davvero minime. Anche sui costi, non si discute: può «ballare» qualche milione, ma ne servono comunque più di 200. Questo il tema: servono i soldi.

«Il lago è uno e senza confini – ha spiegato Tomei -: il nostro coordinamento è necessario. Per l’ambiente, per il turismo, per il futuro del Garda».

«Siamo il primo esempio di macroregione in Italia – ha aggiunto Mario Bocchio – e la politica deve smetterla di far finta di niente. Questa è la voce di un territorio unico».

Parole forti, decise. Ma i soldi?

Alessandro Gatta


Fonte: www.bresciaoggi.it

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Pubblicato: 08 Maggio 2015

Fotografia di copertina a cura di Davide Righetti, archivio web Garda Uno

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