Se l’educazione ambientale è divertente, allora funziona
Successo per i laboratori finanziati da Garda Uno: ancora posti disponibili (gratis) - In quattro mesi coinvolti 1.300 studenti in 17 scuole.
Pensavamo tutti che riciclare fosse solo un obbligo di legge o un atto di civiltà. In realtà, riciclare è pure “conveniente”. Lo capiscono anche i bambini, ma bisogna spiegarglielo. “Per fare una tonnellata di carta bisogna tagliare 15 alberi e lavorarli con 440.000 litri d’acqua. Se invece mettiamo a macerare i giornali e la carta usata, poi poniamo il tutto in un frullatore, aggiungiamo della colla che impermeabilizza e, infine, stendiamo con le mollette i fogli ricavati dalla polpa di carta”. Un’attività che diverte. E tramite la quale si imparano una serie di concetti scientifici.
A spiegarlo ai bambini (e a farlo fare loro) è Caterina Fasser, una laurea in Scienze naturali e l’innata convinzione che si può “imparare facendo. E divertendosi”. E’ questa l’idea che sta alla base di diverse attività. Fasser, che lavora con un gruppo di educatori esperti, è la responsabile dei progetti di Educazione ambientale che si realizzano nelle scuole: parliamo di istituti sparsi tra i tanti Comuni bresciani nei quali il servizio di raccolta differenziata è gestito da Garda Uno. La multiutility crede nel valore dell’educazione ambientale e per questo, da anni, finanzia progetti di questo tipo negli istituti scolastici.
Scuole
L’adesione delle scuole è volontaria.
Al momento, il primo quadrimestre ha coinvolto 17 istituti per un totale di 61 classi: all’interno di queste aule Caterina Fasser ha svolto 179 ore di attività di educazione ambientale, incontrando 1.297 alunni. L’anno scolastico 2023/24 è ancora lungo, perciò c’è ancora la possibilità di aderire al progetto che si intitola “Comincio da me”. E’ un progetto di educazione ambientale che nasce per le classi 4-5 della scuola primaria, ma viene poi declinato in modo più semplice per gli asili oppure adattato alla scuola secondaria (primo e secondo grado), con attività e nozioni coerenti con il percorso di studi e l’indirizzo specifico della scuola. (Per prendere contatti e aderire al progetto si rimanda in fondo all’articolo).
Attività
Ambiente e rifiuti
“Se vuoi che i bambini imparino a differenziare, il segreto è farglielo fare”. Così nasce il progetto “I supereroi siamo noi!”, mirato alla riduzione dei rifiuti. L’educatore arriva in classe (Elementari e Medie) con un trolley, all’interno del quale ci sono oggetti di vetro, carta, plastica, legno, alluminio, ma anche materiale organico e oggetti non differenziabili. Il gioco è imparare a riconoscere i materiali, conferendo ognuno di essi nel contenitore giusto. “E’ un gioco a squadre, che diverte”.
Esiste anche il Manuale del piccolo ecologista, che permette di visualizzare concetti come filiera dei rifiuti ed energia. Ai bambini viene anche proposto di cucinarsi la propria merenda. Per liberarsi di confezioni usa-e-getta e alimentarsi in modo sano si propone ai piccoli studenti di portarsi della frutta o cucinare un dolce in casa. “E dovreste vedere la gioia che hanno nel mostrarci ciò che hanno fatto con le loro mani” sottolinea Caterina Fasser, ricordando i bimbi della primaria Don Milani di Lonato del Garda. “Non è solo una riduzione dei rifiuti: i bambini vivono sulla propria pelle cosa significhi una vita più sana” (Quest’attività si fa sia alle Elementari e, a volte, anche alle Medie).
Energia
Un altro laboratorio si chiama “La magia dell’energia”. Il concetto alla base è che “per produrre energia devo consumarla”. Di qui l’idea di far costruire in classe una pila sul modello di Alessandro Volta, dove si crea corrente elettrica utilizzando pezzi di alluminio, che si corrode, e monete di rame, che si ossidano. Un esperimento che è piaciuto ai piccoli, come quelli della primaria di Esenta (Lonato) che l’hanno provato con le loro mani il 20 ottobre scorso. (Quest’attività è stata fatta sia alle Elementari e, a volte, anche alle Medie).
Mobilità
“Mi piaci se ti muovi!” è un progetto di mobilità sostenibile. E parlarne a scuola significa portare i ragazzi nella natura. Camminare. Far vedere loro parchi, boschi, ma anche meccanismi proprie delle piante, come la loro crescita. Di qui l’idea di gite nella natura, che saranno più facili in primavera, oppure progetti come quello che l’anno scorso ha coinvolto le classi dell’Istituto superiore Battisti di Salò, con i ragazzi che hanno aiutato a prelevare campioni d’acqua dal lago di Garda per capire meglio il tema delle microplastiche.
Piccoli “ambasciatori”
”Capita che gli studenti diventino loro stessi insegnanti. E’ quello che è successo ad esempio alle Medie “Tarello” di Lonato, nel dicembre scorso, con 18 ragazzi diventati “ambasciatori” della sostenibilità. La società Garda Uno, che gestisce la raccolta differenziata, aveva incentivato un’attività sulla riduzione dei rifiuti, donando nuovi contenitori per ogni singola frazione da separare. Ma bisognava spiegare bene cosa volesse dire differenziare i rifiuti, motivare gli amici a farlo e rendere tutto questo processo più evidente e colorato, con disegni, video e immagini.
Gli studenti-ambasciatori hanno partecipato direttamente al progetto di educazione ambientale “Comincio da me”, tenendo una lezione “a tutte 18 le classi prime, seconde e terze” racconta Fasser, che ha lavorato a stretto contatto con la professoressa Monica Richter. Le cose possono cambiare Il Bazoli-Polo di Desenzano è un ottimo esempio di come le cose possano migliorare. All’interno di questo istituto si faceva fatica a differenziare alcune frazioni, specie la plastica, che spesso finiva nel secco. E’ bastato un progetto sperimentale di 15 giorni – con l’aiuto degli studenti e del corpo docente, come la professoressa Pierlaura Vezzoli – per cambiare verso: niente più contenitori dei rifiuti nelle classi, ma solo in 8 “isole”. Tutti ordinati e con i loro cartelli esplicativi. Alla fine, invece che una pila di sacchi neri dell’indifferenziato, quelli che si moltiplicavano erano diversi sacchi gialli della plastica.
Scarti preziosi (cooperativa Il Gabbiano)
Interessante anche il progetto denominato “Scarti preziosi”. In questo caso, Garda Uno ha incaricato Caterina Fasser di formare gli ospiti del Centro diurno “Il Gabbiano” di Pontevico. La grande sfida, per questi ragazzi, è proprio quella di trasformarsi essi stessi in educatori ambientali, affiancando Caterina e gli altri educatori ambientali nelle lezioni a scuola. Anche in questo caso il progetto è incentrato sul tema riciclo e separazione dei rifiuti.
Contatti
Per aderire al progetto di educazione ambientale le scuole hanno ancora margine. Nel caso ci fosse interesse, l’insegnante o l’Istituto scolastico deve prendere contatto con Caterina Fasser, educatore ambientale e responsabile del network “La Galleria della natura”.
L’email cui fare riferimento è caterina@galleriadellanatura.it oppure, in alternativa, si può contattare Garda Uno, scrivendo a scuola@gardauno.it