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Mafia e rifiuti: la DIA indica i 4 problemi chiave

La filiera di gestione, gli impianti di smaltimento, le discariche, i ribassi delle gare: ecco su cosa occorre intervenire secondo l’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia.

L'ultimo Rapporto semestrale (primi sei mesi 2019) della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) dedica un capitolo specifico a “Mafia e Rifiuti”. Le indagini dell'Antimafia hanno sempre segnalato una forte connessione fra le organizzazioni criminali nazionali e i reati ambientali, soprattutto nel settore dei rifiuti. Ma questa volta la DIA fa un passo in avanti, di estrema importanza.

 

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Primo problema: la filiera di gestione dei rifiuti (urbani e speciali). Troppo complessa e lunga, e all'interno di questa è inevitabile che si annidino facilmente interessi mafiosi: dopo i produttori troviamo trasportatori, laboratori di analisi, intermediari, stoccaggi (più di uno), impianti intermedi di pretrattamento (a volte miscelazione poco chiara, impianti finali, export fuori regione o fuori Italia).

 

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Terzo problema: gare al massimo ribasso per singolo comune favoriscono in molte aree del Paese offerte di operatori opachi, se non direttamente collegati con la criminalità, che acquisiscono così una posizione forte nel mercato dei rifiuti gestendo non solo le fasi di raccolta, ma anche la complessa filiera che segue.

 

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Il Rapporto della DIA è un'analisi efficace, lucida, chiara, basata sui fatti. La migliore premessa per quella nuova strategia nazionale sui rifiuti da tutti richiesta da tempo e per adesso ferma nei cassetti nel ministero dell'Ambiente.

di Alfredo De Girolamo

News originale e completa: ilsole24ore.com

Data di pubblicazione: Martedì 04 Febbraio 2020

Immagine di copertina: da news originale

 

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